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Scaldagamba è il nome che ho dato ad una delle mie prime escursioni in territorio salsese, ed è anche una delle prime escursioni “postate” su questo blog. E’ passato un po’ di tempo e di carraie le mie ruote ne hanno pestate!.
Trafficando nel forum per ricapitolare un po’, mi sono accorto che nella sezione itinerari ho messo tanta roba ma ho trascurato uno dei primi validi itinerari pensati e pedalati.
AHHHH!! Orrore avrebbe urlato a mezza voce il noto e compianto conduttore di Portobello…
Così questa mattina, complice la bella giornata ho pensato di fare ammenda e riparare alla dimenticanza.
Dopo un rapido calcolo su questo e su quello ho deciso di non portare la GOPRO, tanto, ho pensato, dovrei avere tutti i pezzi già filmati (mi sono accorto dopo di aver sopravvalutato il mio archivio ) .
Con quel sole basso e ammalato, che regala colori delicati e dal naturale effetto flou sono partito per ripercorrere ancora una volta il glorioso SCALDAGAMBA.
E Scaldagamba ci vuole, perché stamattina l’aria è fresca .
Scendendo veloce lungo il Ghiara dopo la stazione prima di arrivare a Campore mi viene naturale un brrr che scivola lungo la schiena.
E’ ora di scaldarsi un po’. A scaldarmi ci pensa la “salitella” dei cinesi. Non che i cinesi abbiano costruito una salita, è solo che la ripida salita inizia a fianco di un ristorante cinese.
Dapprima asfaltata, la strada si trasforma in parcheggino e ben preso mi ritrovo a pedalare su una pestata stretta ripida e boschiva, costretta fra una recinzione e il bosco fitto.
Abbandono presto il freddo e comincio a sbuffare vapore acqueo come antica caldaia.
E’ sempre terribile questo pezzetto che poi sfocia in una ampia strada bianca colma di ghiaia in cui le ruote affondano rimanendo imbrigliate nella presa arcigna della graniglia che sembra voler trattenere la bici.
Alla fine arrivo ansante sulla strada asfaltata che da S. Rocchino mena verso S.Nicomede.
Pedalo in salita leggera cercando di recuperare energie prima della insidiosa discesa che mi porterà alle saline di Salsominore.
Questa discesa non è niente di trascendentale, ma il terreno è “stupido” e le siepi di rovi che lo delimitano allungano qua e la spinosi rami. E’ un attimo, per evitare le spine, compiere uno spostamento brusco, ed è anche un attimo finire nella ghiaia appuntita che si diverte a tatuarti curiosi motivi rossastri lungo le gambe e le braccia.
Memore di alcune brutte esperienze (anche recenti) scendo morbido cercando quasi di volare, e non fidandomi ciecamente delle strette coperture da fango, cerco di evitare bruschi cambi di direzione.
L’abbaiare dei cani dentro un recinto mi comunica che sono in fondo…e mi rilasso un po’.
Lo stretto fondovalle profuma di nebbia autunnale e cerco di immaginare il lavoro dei galeotti nelle antiche saline. Cerco di immaginare il vociare sguaiato e gli odori pesanti provenienti dalle calde acque salmastre.
Non doveva essere un bell’ambiente. Alcuni asinelli mi guardano speranzosi da un recinto. Non ho niente da offrire e…giro secco a destra inerpicandomi per uno stretto sentiero che mi porterà oltre l’antica chiesa di Salsominore. Il sentiero che sto faticosamente risalendo è la prima delle interessanti varianti che porterò al primevo tracciato. Nonostante la pioggia recente il terreno non è male, e, soprattutto le mie coperture da fango stanno funzionando a dovere (o sono le mie gambe che funzionano meglio?)
Attraverso la strada e per strada bianca dirigo le mie ruote verso Scipione Castello.
La salita finale è sempre dura, qualche volta di più qualche volta di meno, ma lo sbuffare è d’obbligo.
Nel frattempo il sole che è sbucato per bene da dietro i colli, prova ad illuminare la vallata.
La pallida luce si sparge soffusa per la collina ovattando l’ambiente che pare rimanere addormentato come sotto un soffice piumone. Lo Stirone è avvolto dalla nebbia leggera che nasconde agli occhi del passante la frenetica attività scavereccia del cinghiale . Passo rapido dal borgo medievale di Scipione Castello e scendo in valle per lo stupendo sentierino nel bosco. La bici risponde bene sul terreno allentato, anche se non mi fido completamente. IL sudore si raffredda velocemente durante la discesa nel bosco e con un brrr… lascio case Boselli e mi inoltro nella foschia densa del parco dello Stirone.
I colori autunnali del parco sono sempre stupendi e alcune chiazze di rosso vivissimo colpisco l’attenzione.
Un fulvo scoiattolo curioso e per niente preoccupato, mi attraversa la strada e mi osserva dai rami sopra cui è salito.
Affronto con apprensione la famosa discesa Flavio portando la 2° importante variante al percorso originale.
Questa discesina ripida è da affrontare con attenzione col terreno asciutto, con il fango vuole del “voi”.
Riverendola adeguatamente passo e vado. Mi inoltro nel parco, ora deserto, pedalando e respirando l’aria umida che odora di funghi e di animali. Le tracce pesanti dei cinghiali si alternano con le ampie zampate dei cavalli. Rumori frettolosi fra i rovi secchi, voli improvvisi di fagiani spaventati. La lepre veloce fugge a zig zag nei campi prospicenti sfiorando appena il terreno appena zappato e livellato dai moderni mezzi a motore attrezzati di livelle gps ecc.. Nel divertente toboga del parco cerco di evitare le pozze fangose.
Seguo le tracce di un biker attento e prudente che mi precede o che mi preceduto da poco.
Ben evidenti le impronte delle coperture da fango molto simili alle mie.
Uscendo dal Parco fiancheggio la Broncarda e salgo verso Cangelasio. La prima parte di salita (fino all’azienda agricola) è ripidamente asfaltata, poi si trasforma in ampia carraia in terra battuta. Il passaggio di pesanti mezzi agricoli hanno ben schiacciato la terra, e l’esposizione a lo sole hanno fatto si che la terra rapidamente si asciugasse.
Il terreno è perfetto per le mie coperture che senza perdere una pedalata mi aiutano nella progressione.
D’un tratto un grugnire sulla mia destra. Un grosso cinghiale grufola a pochi metri da me. Mi fermo per fotografarlo. Mi vede, mi annusa e mugugnando se ne va.
Poi ci ripensa e torna indietro con cipiglio combattivo. Si ferma davanti ad una robusta rete da armatura.
Riprovo a fotografarlo. Ci guardiamo a vicenda curiosi, quando un rombo lontano e basso ci disturba. Cresce il rombo , cresce il disturbo. Il cinghiale grugnendo se ne va definitivamente.
Sopra di noi passa una pattuglia di 5 Tornado a bassa quota e a bassa velocità . Il frastuono terribile che lasciano alle loro spalle fa davvero paura. Sembrano armati. Resto a guardarli mentre si allontanano lugubri e solenni.
Mi avvio e finisco il mio impegno sullo sterrato. Qualche metro di strada asfaltata in quel di Cangelasio e ancora una deviazione verso lidi tranquilli. Deviando a sinistra mi inoltro nella collina che guarda Marzano e qui metto la terza variante al tragitto iniziale. Percorro un ampia deviazione in discesa per poi risalire direttamente sotto case Tosini e prendere direttamente la via per case Faieto. La discesa passa vicino ad un giovane uliveto in fase di manutenzione.
Più in la una stupenda poiana spicca il volo da un prato; mostra il bianco piumaggio e l’ampia apertura alare.
L’aquila della pianura!
Elegante e maestosa sorvola la valle con pochi e solo accennati colpi d’ala. Bella.
Poco dopo da dietro una casa diroccata sbuca un cacciatore in mimetica.
Riconosco in lui un vecchio amico e lo saluto chiedendo clemenza.
Dopo pochi minuti, mentre giungo a case Faieto 3 spari secchi in rapida successione dichiarano finita la stagione di una lepre o di un fagiano.
E mi addentro in quel sentierello divertente che una volta era nascosto dalle frasche. Ora i lavori di disboscamento del monte Larino hanno ampliato fin troppo l’imbocco. Lo scempio paesaggistico dura qualche metro, poi il bel bosco mi inghiotte e protegge il mio andare.
Il tempo passa veloce e così i km. Ho quasi finito la salita, ora mi aspettano quasi esclusivamente discese…
A Grotta prendo quella stradina sulla sinistra e poi passo dietro quelle case per fare quel delizioso traverso.
Saluto un paio di simpatiche signore che rimproverano uno zelante cagnolino che , fradicio di rugiada, mi accompagna abbaiando fino al confine delle case.
Ancora un paio di piccole varianti per prati e boschi, ma proprio poca roba, e sono sopra il Castello di Contignaco. Di fronte a me la pieve romanica di S.Giovanni. La foschia si è alzata e in cielo si vanno formando nuvole grigie ma poco dense. Dietro di esse traspare tondo il sole. Il Kanate è immerso nella nebbia. Il campanile rintocca mezzodì. E’ proprio l’ora di rientrare.
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/8705
Scaldagamba is the name I gave to one of my first excursions into territory Salsese, and is also one of the first trips "posted" on this blog. It 'been a bit' of time and carraie my wheels have pounded !.
having traffic in the forum to recap a bit ', I realized that in the routes I put a lot of stuff but I overlooked one of the first valid routes designed and pedaled.
AHHHH !! Horror would scream in a low voice the known and the late conductor of Portobello ...
So this morning, thanks to the beautiful day I decided to make amends and repair the omission.
After a quick calculation on this and what I have decided to not bring the GOPRO, so, I thought, I should have all the pieces already movies (I realized after that it overestimated my archive). Keychain that sun down and sick, which offers soft colors and natural soft-focus effect are party to relive once again the glorious SCALDAGAMBA.
Scaldagamba it takes, because this morning the air is fresh.
down fast along the Ghiara after the station before arriving at Campore comes naturally to me a brrr that slides along his back.
's time to warm up a bit'. A warm me thinks the "incline" of the Chinese. Not that the Chinese have built a climb, it's just that the steep climb begins next to a Chinese restaurant.
First paved road turns into parcheggino and well taken, I find myself pedaling on a crushed narrow and steep forested forced between a fence and dense forest.
Abandonment soon the cold and began to snort water vapor as an old boiler.
'always terrible this piece which then flows into a wide dirt road full of gravel when the wheels sink remaining harnessed into the socket grim grit that seems to hold the bike.
Eventually arriving breathless on the paved road that leads to S. Rocchino S.Nicomede.
I pedal uphill slightly trying to recover energy before the insidious descent that will take me to the salt flats of Salsominore.
This descent is nothing earth-shattering, but the ground is "stupid" and hedges of brambles that surround stretch here and thorny branches. It 'sa moment, to avoid the thorns, make a sudden movement, and it is also a moment in the gravel sharp end who likes to get a tattoo motifs curious reddish long legs and arms.
Mindful of some bad experiences (including recent ) I get soft looking almost to fly, and not blindly trusting the narrow roofs of mud, I try to avoid sudden changes of direction.
The barking of the dogs inside a fence me that are at the bottom ... and I relax a bit ' .
The narrow valley smells of autumn fog and try to imagine the work of the convicts in the ancient salt pans. I try to imagine the voices coarse and heavy odors coming from the warm brackish waters.
Not supposed to be a nice environment. Some donkeys look at me hopeful by a fence. I have nothing to offer and ... lap right scrambling for a narrow path that will take me over the ancient church of Salsominore. The path that I'm laboriously climbing is the first of the interesting variations that take you to the primal track. Despite the recent rain the soil is not too bad, and most importantly my covers by mud are working properly (or are my legs that work better?)
Across the road and gravel road headed towards my wheels Scipione Castello .
The final climb is always hard, sometimes more sometimes less, but the snorting is a must.
Meanwhile, the sun popped for good from behind the hills, try to illuminate the valley .
The pale soft light spreads the hill muffling the environment that seems to stay asleep as under a fluffy down comforter. The Stirone is shrouded in mist that hides the eyes of the passer scavereccia the frenetic activity of the wild boar. Quick pace from the medieval Castello di Scipione and go down in the valley to the wonderful path in the forest. The bike responds well on loose soil, even if I do not trust completely. IL sweat cools rapidly during the descent into the woods and with a brrr ... I leave home and I Boselli forwarding through the thick fog of the park Stirone.
The autumn colors in the park are always beautiful and some patches of vivid red strike the attention . fawn On A curious squirrel and not at all worried, I cross the street and looking at me from the branches above which rose.
Tackling with apprehension the famous Flavio bringing down the 2nd important variation to the original route.
This discesina steep is to deal carefully with dry soil, mud wants the "you".
Riverendola adequately step and go. I am forwarding in the park, now deserted, pedaling and breathing the humid air that smells of fungi and animals. The traces of heavy boars alternate with large paws of horses. Sounds hurried through the brambles, dried, sudden flights of pheasants scared. The hare runs fast in a zig zag camps, facing just barely touching the ground hoed and leveled by modern motor vehicles equipped with levels gps, etc. .. In the toboggan fun in the park I try to avoid the muddy puddles.
I follow the tracks of a biker careful and cautious before me or that I preceded by little.
Ben obvious fingerprints of mud covers very similar to mine.
Leaving the park lined the Broncarda and climb towards Cangelasio. The first part of the climb (to the farm) is steeply paved, then turns into a wide dirt road dirt. The passage of heavy agricultural vehicles have very flat land, and exposure to the sun have made the earth to dry quickly.
The land is perfect for my shell without losing that help me a ride in the progression.
Suddenly a grunt on my right. A big boar rooting a few feet from me. I stop to photograph it. Sees me, sniffs and walks away muttering.
Then he reconsiders and comes back with a frown combative. He stops in front of a robust network by armor.
Retry to photograph. We look at each other onlookers, when a distant rumble and low disturbs us. Grows the roar, the noise grows. The wild boar grunting goes away completely.
Above us passes a patrol of 5 Tornado at low altitude and low speed. The terrible din that leave behind them is really scary. They look like tanks. Rest of watching them turn away mournful and solemn.
I start and finish my commitment in the dirt. A few meters of asphalt road in that of Cangelasio and even a detour to the quiet shores. I am forwarding turning left into the hillside that looks Marzano and here I put the third variant of the initial leg. I ride a wide detour down and then up directly under Tosini homes and take directly the way for houses Faieto. The descent passes close to a young olive grove in the maintenance phase.
More in the sweeping buzzard soars to a meadow; shows the white plumage and a wide wingspan.
The Eagle of the plain!
Elegant and majestic flying over the valley with few and only hinted wing beats. Bella.
Shortly after comes out from behind a ruined house a hunter in camouflage.
Recognize him as an old friend and I greet him asking for clemency.
After a few minutes, while I come to homes Faieto 3 shots in rapid dry succession declare the season over a hare or a pheasant.
I enter in the sentierello fun that was once hidden by the branches. Now the works of deforestation upstream Larino have expanded too the entrance. The havoc landscaped tough few feet, then the beautiful forest swallows me and protects my go.
Time goes by so fast and i km. I've almost finished the climb, I now expect almost exclusively downhill ...
A Cave take that road on the left and then step behind those houses to make that delicious sideways.
Wave a couple of nice ladies who complain that a zealous puppy , wet with dew, with me barking up the border of the houses.
Just a couple of small variations in the meadows and woods, but just little stuff, and I'm on top of the Castle Contignaco. In front of me the Romanesque church of St. John. The haze has risen in the sky and gray clouds are forming but sparse. Behind them the sun shines round. The Kanate is immersed in fog. The bell tower chimes noon. It 's time to return.
From Milan or Bologna
Take the A1 motorway and exit at Fidenza / Salsomaggiore Terme, continue in the direction Fidenza / Fontanellato / Salsomaggiore Terme. < br> From Brescia and Genoa
From the A21, continue on the A1 until the exit of Fidenza / Salsomaggiore Terme, continue following signs for Fidenza first and then to Salsomaggiore Terme.
From La Spezia
Take the Cisa motorway A15, exit Parma Ovest, follow the signs to NOCETO, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
From Parma
Take the "Via Emilia" SS 9 following signs for Ponte Taro, NOCETO, Fidenza, Salsomaggiore Terme.
Train / Bus Woman In
train From the station of Fidenza (about 9.5 km away from the station in Salsomaggiore), served by line Milan - Bologna, take the line to Salsomaggiore Terme.
To see train schedules visit the website of the State Railways and the web site of the Ferrovie Emilia Romagna.
http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/8705
Map/Elevation
Pictures
