Monte Gorzano (2458m)


  • 28.3 km

    Distance

  • 1348 m

    Elevation Gain

  • 1353 m

    Elevation Loss

  • 2440 m

    Max height

  • 1140 m

    Min height

  • Road

  • Equip

  • Skill

  • Effort

Descrizione del percorso


Dalla pericolosa mente del Cinghiale...
Sono anni che ci pedalo sotto, dal Coppo a Campotosto, da Cortino al Colle della Pietra, da Padula al Fosso della Cavata...ma mai mi sarei sognato di salirci sopra per accarezzare il suo crinale in sella ad una bici!! Il Monte Gorzano è il monte più alto dei Monti della Laga. Si trova a cavallo tra Abruzzo e Lazio, al confine fra la provincia di Teramo e quella di Rieti (fino al 1927 era interamente abruzzese, e a riprova di ciò anticamente era anche noto come Monte di Roseto con riferimento all'allora comprensorio formato dagli attuali comuni di Cortino e Crognaleto). Con i suoi 2458mt è la cima più alta del Lazio. Prima di compiere quella che qualcuno definiva una pazzia, ho studiato a fondo la carta per una settimana intera, ho assunto informazioni da vecchi montanari, ho monitorato costantemente il meteo ed infine ho recitato la Preghiera del Cinghiale. Evidentemente Dio mia ha accontentato regalandomi una delle più belle escursioni fatte nella mia vita che mi accingo a raccontare.
Giornata mite,cielo terso,vento assente, sole che con i suoi primi raggi già ti scalda...ho appena parcheggiato il Pandinobike nel paese di Cesacastina quando mi accorgo di aver dimenticato a casa le due stozze preparate con cura da "mammà". Il Papero possiede soltanto due panini tristi...in giro non c'è anima viva...vabbè divideremo le provviste. C'è talmente tanta voglia di salire che sarei stato disposto anche a brucare l'erba se fossi entrato in crisi di fame. Ma ecco arrivare il solito cane meticcio di Cesacastina che ci fa la festa...forse tramite il suo istinto sa dove siamo diretti...e ci segue a ruota. Iniziamo la salita sulla la brecciata per il Colle della Pietra, dopo un paio di tornanti ci rendiamo conto che la nebbia che attanagliava gli escursionisti nei giorni passati rimane bassa nelle valli perciò siamo tranquilli oggi...nulla deve andare storto. Attraversiamo le Piane fino ai Vercereti dove imbocchiamo a sx la sterrata che sale fin sotto la Costa delle Troie. Pedaliamo dapprima su letto di foglie, poi usciti dal tratto di bosco, scaliamo quello che io chiamo "il serpentello", un tratto di sterrata che, soltanto se si è ben allenati, vi permette di pedalare fino alla Sorgente Mercurio. Siamo alle Iaccere, poco sopra il fosso dell'Acero, quest'ultimo, solcato dal torrente ghiacciato, pare che respiri....è un'immagine stupenda. Riusciamo a rimanere in sella fino a quota 1850 mt circa, la sterrata finisce nei prati lasciando il posto ad esili sentieri che strisciano nella famosa Valle delle Cento Fonti. A questo punto, come da previsioni, inizia una lunga, faticosa, panoramica ed esaltante scalata fino alla vetta. Tra prati, rocce, torrenti ancora in secca si snoda il sentiero 354 del C.A.I. In molti punti non è visibile ma nessun problema, basta puntare la Sella di Monte Gorzano. E' da lì che ci è permesso salire! La fatica si inizia a far sentire dopo circa un'ora di scalata, ma basta voltarsi indietro verso la catena del Gran Sasso per capire cosa ci attende in vetta. Effettuiamo frequenti soste per riposare gambe e schiena, ma nessun cedimento in noi. Sotto l'antica valle appare come un paesaggio lunare, d'altri tempi, sovrastata dalla Costa delle Troie, contornata dalla Punta Cipollara (2125mt) e dalla Cima della Laghetta(2369mt) ed ovviamente da Lui. Lui che mi ha tormentato per giorni, sin da quando un montanaro mi disse che dalla sua vetta a 2458mt sarei potuto scendere culo in sella fino a Cesacastina...1300mt di dislivello negativo. Ok torniamo a noi, arriviamo alla Sella (2309mt) ...torniamo a pedalare fino ad uno splendido laghetto ghiacciato. Il Gorzano è davanti a noi! Mancano 150mt circa di ascesa...i più tosti. Prima di salire intanto scattiamo un paio di foto al Fosso di Ortanza che ci procura giramenti di testa e precipita giù in direzione di Capricchia. Intanto il fido cane meticcio è instancabile ed ha già raggiunto la vetta. Noi lo seguiamo e poco sotto il punto più alto possiamo di nuovo risalire in sella per concludere gloriosamente la lunga ascesa!!! Siamo sopra!!! Ce l'abbiamo fatta!!! Mi si blocca il respiro guardandomi intorno. Cosa ci circonda? Tutto! Dai Monti Gemelli al Vettore, Da Pizzo di Sevo e Pizzo di Moscio, dalla catena del Gran Sasso al Monte Velino...siamo senza parole. Stare qui a cercare di spiegare ciò che ti regala questa montagna è forse l'impresa più difficile se non la si vive in prima persona ( con la bici poi non ne parliamo ). Dopo aver scambiato due chiacchiere ed essere stati presi per pazzi da alcuni trekkers, iniziamo la lunghissima discesa lungo il crinale del Gorzano. Si scende a fasi alterne: velocemente su prato uniforme, su prato sconnesso rischiando il cappottaggio, su tracce sterrate e concave genere pista DH, su lastroni di roccia scoscesi, su tratti tecnici a gradoni, su vecchie mulattiere, su grandi praterie. Signori qui c'è tutto per tutti i gusti, si può scegliere all'istante dove passare tenendo casomai a vista il compagno di viaggio anche a 100/200mt di distanza. Scendiamo verso il Colle della Pietra tagliando ripetutamente la montagna. Il cane meticcio sembra aver messo il turbo e ci sta sempre alle costole... con la lingua penzolante. Bypassiamo la sorgente del Quarticciolo scendendo in picchiata al rifugio del Cegno...rifornimento d'acqua e via sulla brecciata per Cesacatina. Giù giù a gran velocità ma concludere con il Fosso dell'Acero è cosa doverosa perciò improvvisamente svolta a dx e cinghialata finale al cardiopalma fino al paese. Siamo tornati...ma mi volto... ed il cane meticcio non c'è più! Ci credo, non è mica un cane bionico!...Solo adesso ricordo di essere affamato come un cinghiale. Il Papero mi sorride, propone un salto alla locale trattoria di Zì Marì intanto che ricarichiamo soddisfatti il Pandinobike. Nel mentre stiamo andando via sento un respiro affannoso alle mie spalle...è il cane meticcio che finalmente fa ritorno e, saltellando gioioso con lo sguardo, ci dice "arrivederci alla prossima avventura". Ora ci si ristora da Zì Marì dove oltre alla "bevanda" ci viene somministrata la "spasetta" ( corposo assortimento di formaggi e salumi locali e pane casereccio ) che noi divoriamo in pochi istanti.
Io non so se la giornata di oggi sia frutto soltanto delle mia testardaggine e pazzia...ma sicuramente Qualcuno da lassù ci assiste e ci protegge.



CINGHIALE - PAPERO Cesacastina 19/11/2010


http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/6092

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