Maccagno Monte Covreto


  • 28.9 km

    Distance

  • 1523 m

    Elevation Gain

  • 1518 m

    Elevation Loss

  • 1604 m

    Max height

  • 557 m

    Min height

  • Road

  • Equip

  • Skill

  • Effort

Descrizione del percorso


Questo qui sotto è il resoconto originale del 2011... il tracciato (GPS) si riferisce alla salita del 16 giugno 2013.
Maccagno...
...a volte si apre una cartina topografica e si rimane colpiti da un percorso ... e allora si immagina come protrebbe essere...a volte ci si immagina che sia bello, panoramico, appagante e divertente in discesa...e a volte ci si indovina in pieno!!!
Parte così la scelta del giro di Maccagno, aprendo una cartina!
Rimandato il giro un paio di volte per diversi motivi, ieri si è aperta una congiuntura astrale favorevole e... interpellati gli auruspici, letto i visceri dell'agnello sacrificale, visto il bel tempo e tenuto conto che domenica sarei stao impossibilitato, ho deciso di andare...
Partito prestino da casa in compagnia delle note di "foemm e prufoemm" di Davide Van de Sfroos, alle 8.00 ero nella parcheggio dietro al Comune di Maccagno. Preparata la bici ecco l'unica nota stonata della giornata: il garmin era scarico! Pazienza, sarà una giornata senza traccia finale!
La salita verso Biegno si può fare su asfalto (16 km di noia tassellata) oppure infilandosi nella ASV, acronimo della Antica Strada Veddasca...in realtà con la S che a volte si traforma in "scalinata" a volte in "spingi". Io l'ho imboccata a Veddo e seguita fino a Cadero, poi su consiglio di alcuni "locali" ho proseguito fino a Graglio (giro in paese) su asfalto e poi su fino ad Armio, per arrivare fino a Biegno con una serie di "dentro e fuori". Attenzione perchè la ASV non è molto frequentata ed in molti tratti risulta coperta di foglie e tronchi oltre che poco mantenuta.
Arrivati a Biegno termina il tratto di asfalto del giro e fuori dal paese, sulla sinistra della strada che prosegue per la dogana di Indemini, si trova il cartello indicatore di Cangili. Da qui la strada è interdetta al traffico veicolare (comunque scarso) "non autorizzato". Sul cartello una indicazione aggiuntiva incute timore: pendenza 17%...per fortuna è solo il primo pezzo, qualche centinaio di metri, poi si addolcisce, senza però smettere mai di salire con decisione. Il fondo generalmente è in ottimo stato, cementato ed asfaltato. La strada si svolge in un bosco di betulle e quindi si pedala sempre all'ombra...
L'abitato di Cangili è adagiato sul finco della montagna ed è costituito da case in pietra con una vista meravigliosa verso sud-est. La strada prosegue sterrata passando sopra al paese. Di fronte si vedono gli abitati di Curiglia, Viasco e Monteviasco e sullo sfondo il Lema ed il Tamaro, con la cima ancora a tratti innevata.
Una volta superato Cangili ci si dirige verso Monterecchio, pedelando quasi in piano sulla sterrata parzialmente ombreggiata...ma qui cominciano i segni premonitori di uno spettacolo deprimente... ci sono alcuni grossi piloni dell'elettricità, con i cavi che passano giusto davanti alle case. Sarebbe bastato posarli spostati verso ovest di poche decine di metri per lasciare alle case la vista splendida verso valle...
Usciti dall'abitato (si fa per dire giacchè ieri non c'era anima viva in giro) di Monterecchio, si sale lungo un largo sentiero, il cui fondo molto scassato impedisce sostanzialmente di pedalare quindi...si spinge!! poche decine di metri e si arriva al Passo di Fontanarossa, dove un cartello fornisce le indicazoni dei percorsi disponibili.
Data l'ora presta di ieri, ho deciso di salire fino al monte Covreto, dal quale si gode un ottimo panorama. Si prende quota su un altro sentiero largo ma scassato fino a quota 1500 circa (la bici in spalla consente di salire rapidi), poi un lungo sentierino quasi orizzontale tagliato sul lato ovest della montagna conduce fino al cartello per salire al Covreto, oppure in alternativa di proseguire verso il Monte Paglione, al confine con la Svizzera (il Covreto è già in territorio svizzero e mentre si sale un cippo bifrionte provvede a rammentarlo all'incauto viandante che si divesse avventurare nelle terre del terribile Bignasca).
La cima del Covreto si raggiunge rapidamente spingendo la bicicletta lungo un sentiero largo una spanna tracciato sul finaco della montagna lungo la linea di massima pendenza. L'erba secca rende a tratti scivoloso il fondo, senza mai creare veri problemi di equilibrio. Dalla cima si gode un splendida vista sul lago e sulle cime circostanti. Ieri tirava un refolo di vento che faceva tintinnare la cordina ancorata alla croce di vetta. Fatte le foto di rito me ne sono tornato verso il basso, saltellando sul sentiero e facendo scivolare le ruote sull'erba secca. Il tratto di discesa sul sentiero scassato è un pò da equilibristi ma si riesce a fare senza grandi patemi.
Da qui comincia il divertimento vero...un single track in filo di cresta, mai esposto o pericoloso con bei panorami, ombreggiato a tratti. Nel bosco di betulle ad un certo punto il mio percorso si è incrociato con quello di una famigliola di cinghiali, una femmina con 7-8 cuccioli di una cinquantina di centimetri di uno splendido color cacao. Ho avuto fortuna che fossero ad una ventina di metri e non mi abbiano degnato di uno sguardo.
Terminata la cresta ho continuato la discesa sul sentiero, sempre in mezzo alle betulle e qualche rado faggio. Il percorso è ben visibile e comunque segnato anche dai bolli bianchi e rossi sui tronchi. La prima parte di discesa termina con un bel prato in pendenza vesro la Forcora, nella zona alla base degli impianti. Sosta per un caffè ristoratore e due chiecchiere con il gestore del "Rifugio Forcora" per poi ripartire per la seconda parte della discesa, in un facile sentierone nel bosco di faggi. Solita cautela nei tratti coperti di foglie, tante, che spesso nascondono sassi e buche. Al termine del sentiero sono arrivato in prossimità della diga del lago Delio, noto per essere il lago più leggero d'Italia!! Qui si può scegliere se percorrere il lato est, ancora in mezzo al bosco, oppure il lato ovest afaltato e un pò noioso...
io ho scelto quest'ultimo per passare alla base della diga nord. Una volta costeggiato il lago fino alla diga sud, in corrispondenza del parcheggio "lago Delio" ci sono le indicazioni per la Via Verde Varesina (3V). Imboccato il sentiero sono sceso qualche decina di metri su un fondo scassatissimo e poco interessante. Una volta giunto al bivio dove la strada asfaltata devia per andare alla Forcora, ho proseguito sull'asfalto per qualche metro ancora ed ho trovato le nuove indicazioni per la 3V...e da qui comincia la parte finale del divertimentooooo! Questo tratto, percorso fino a dopo Sarangio è costituito da tratti scalinata a gradoni lunghi e tratti di pavimentazione in pietra, compatta e ben tenuta tutta all'interno del bosco di castagni, con un paio di ponticelli da attraversare e qualche tratto protetto da un parapetto in legno. Quando sono uscito sull'asfalto quasi mi veniva la tristezza...
Da qui si percorrono gli ultimi metri di discesa, con i tornanti che digradano velocemente verso la statale n.394 del Verbano Orientale. Da lì in pochi minuti si torna di nuovo al parcheggio, non prima di essere transitati accanto ad un Rincospernum fiorito che ha un profumo inebriante.

Note:
Giro non lunghissimo, di 34 km segnati dal contakm della bici, asclusi i tratti con la bici a spalla...
Capacità tecnica richiesta: media
Dislivello complessivo sconosciuto (stimato intorno a 1500-1600 metri), partenza da Maccagno circa 200 metri e punto alto Monte Covreto 1593 m slm, senza particolari saliscendi se non un lungo tratto di asfalto fra Graglio ed Armio.
Acqua abbondante su tutto il percorso.
Pochissima gente sul percorso.
Protezioni a mio parere sostanzialmente inutili: io le avevo ma non le ho indossate, tranne casco guanti ed occhiali.
Tempo impiegato fra foto, deviazioni, soste, panino e caffè, circa 8 ore


http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/4200

Mappa/Altimetria

Immagini


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