Tremalzo e Bocca di Fobia


  • 79.8 km

    Distance

  • 3300 m

    Elevation Gain

  • 3245 m

    Elevation Loss

  • 1835 m

    Max height

  • 32 m

    Min height

  • Road

  • Equip

  • Skill

  • Effort

Descrizione del percorso


Dal report: arriviamo a Riva, scarichiamo le bici, indossiamo gli zaini e via puntuali alle 9 si parte per il Ponale. La prima parte del giro prevede una salitina “breve”, arrivare al Tremalzo, passando per Ledro e Bocca di Fortini. Sempre bello il Ponale, sempre bella e dura la ciclabile per Ledro con le sue rampe al 25%, affrontiamo la salita verso Bocca dei Fortini, con le lunghe rampe cementate da togliere il fiato, con un buon passo, anche troppo forse pensando alla lunghezza del giro. Ma io so cosa ci aspetta dopo, loro non ne sono del tutto consci!
Comunque non mi tiro indietro e con la mia fida torque seguo i due amici con le loro bici leggere. Arriviamo alla Bocchetta e poi in breve a passo Nota. Adesso bisogna salire fino al Tremalzo, quasi a 1900 m , e mancano ancora 600 m di dislivello, una pausa per un panino e via verso il passo. Il fondo è scassato ma non più di tanto, basta seguire la scia dei numerosissimi bikers che affrontano il tracciato in discesa, spesso arrivando in cima con gli shuttle. La salita è veramente lunga, sembra non finire più, anche perché si continuano a vedere in alto i tornanti che si dovranno affrontare, ma è anche spettacolare, con i caratteristici tunnel militari e le guglie che li sovrastano. Dopo una breve sosta intermedia, arriviamo finalmente al tunnel del passo e ci cambiamo. Fino ad adesso abbiamo fatto circa 2000 m di dislivello, sono le 12.30 e siamo ancora piuttosto freschi. Prima di affrontare la lunga discesa verso la valle San Michele, ci fermiamo al rifugio Garda per rifornirci di acqua, anche perché dopo sarà difficile trovarne. Lungo la discesa si trova una spettacolare cascata e qualche foto è d’obbligo. Continuiamo a scendere, passiamo l’eremo, siamo a 600 m di quota e un cartello indica a sinistra la salita per La Cocca. Inizia qui la seconda parte (e inizia anche la parte spettacolare) del giro che ho pensato, la salita verso bocca di Fobia,1286 m, un panoramico sentiero in costa con tratti esposti, segnalato a 3.40 h (a piedi) . I miei compari cominciano ad avere qualche dubbio sul dislivello che avevo indicato, ma la bellezza della salita rimanda a dopo ogni discussione. Purtroppo Robi si è appena accorto di aver perso la borraccia, dobbiamo perciò dividere e centellinare l’acqua perché nelle prossime due ore non se ne troverà. Si sale su un bel sentiero largo fino a La Cocca, dopodichè il sentiero si stringe ma continua sempre a salire. Ogni tanto dobbiamo fare qualche pausa, i metri di dislivello si stanno accumulando e la fatica si fa sentire, una barretta, un po’ di frutta secca, sono le 15 e possiamo ripartire. Arriva adesso il tratto più spettacolare, un sentiero aereo in falsopiano dove però la concentrazione deve essere massima, qui è proibito sbagliare. Ogni tanto bisogna spingere per qualche metro per via di qualche frana, poi si passa in malagevoli gallerie e si continua a pedalare. C’è bisogno di un’altra pausa, forse subentra anche un po’ di sconforto perché l’acqua è finita è i metri di dislivello sono quasi 3000. Ma non dovevano essere 2800 in tutto? Beh, si, forse qualcosa in più, ma non manca tanto…….Anche qui la selvaggia bellezza del sentiero fa dimenticare tutto e riprendiamo a pedalare, un po’ in giù, un po’ in su, un’ altra galleria, poi finalmente, dopo un ultimo tratto a spinta raggiungiamo Bocca di Fobia. Sosta per cambiarsi, ultimo panino che fatica ad andare giù per la mancanza di acqua e ci gettiamo lungo la bellissima discesa, con tratti tecnici e tornanti, verso la val di Bondo. Si scende, si guada un rio e dopo un ultimo tratto ripido si arriva sulla strada asfaltata per passo Nota. Ci spogliamo nuovamente e via per questi ultimi 300 m di dislivello in salita prima della discesa finale. Si sale con calma ma regolari, quando si è stanchi si apprezza anche l’asfalto. Poco prima del passo Nota, all’ultimo tornante, compare all’improvviso un miraggio: ecco l’acqua, una bella fontana del genio militare dove finalmente possiamo dissetarci e fare l’ultima sosta della giornata. Adesso possiamo anche mangiare l’ultima barretta che con l’acqua scende bene. Siamo più rinfrancati, sono le 17 e in breve arriviamo a passo Nota e con un po’ di su e giù a passo Bestana. Mirco è più rilassato e comincia a tirare, tanto, dice, ormai è tutta discesa! Ma subito dopo incrocia il mio sguardo e capisce che proprio tutta discesa non è, bisogna ancora arrivare a passo Rocchetta. La strada adesso si stringe e diventa un bel sentiero che percorriamo veloci con il sole che ci manda l’ultimo saluto, siamo quasi al passo, ultima salitina, scendiamo dalla bici e spingiamo perché le gambe non ne possono più, eccoci finalmente al passo Rocchetta, da qui è veramente tutta discesa. Foto di rito con l’altissimo sullo sfondo ancora illuminato dal sole e imbocchiamo il sentiero 422 verso Pregasina. Ormai siamo all’ombra e nel bosco la visibilità è ridotta. Ma la discesa è veramente divertente, radici, gradoni, saltini e tutto ciò che può fare la felicità di una bici da enduro. I miei compagni, con poca escursione scendono con più calma. Ecco l’imprevisto: improvvisamente sento la ruota posteriore completamente sgonfia, mannaggia, era un anno che non bucavo, proprio adesso doveva succedere? Pazienza, 5 minuti di pausa, monto la camera d’aria e si può ripartire. Ultimo tratto di sentiero tecnico, eccoci in paese, arriviamo di nuovo sulla strada del Ponale, nelle gallerie la vista molto scarsa, ormai è quasi buio ma la discesa è sempre divertente, siamo in fondo, ecco l’auto, sono le 7.15 e ce l’abbiamo fatta. Alla fine sono 80 km e 3400 m di dislivello!
Report e foto:




http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/3050

Mappa/Altimetria

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